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Analisi trimestrale del sistema energetico italiano II trimestre 2018

La copertina riporta la cartina dell'Italia in evidenza rispetto alla mappa dell'europa

SINTESI DEI CONTENUTI

  • Nella prima metà del 2018 i prezzi di tutte le commodity energetiche hanno intrapreso una ripida traiettoria ascendente, che per certi versi è superiore alle attese di inizio anno e sembra inoltre destinata a persistere almeno per il resto dell’anno in corso. Il prezzo medio semestrale del Brent si è collocato a 71 $/bbl, contro i 52 $/bbl della prima metà del 2017 (+32%, sebbene l’aumento sia stato in parte compensato dalla rivalutazione dell’euro sul dollaro; +24% il dato in euro), spinto da un mix di fondamentali di mercato e fattori geopolitici. Il prezzo del gas sul mercato all’ingrosso italiano è aumentato del 17% nell’intero semestre (collocandosi a quasi 23 €/MWh rispetto ai 19,5 €/MWh dell’anno precedente), del 27% con riferimento al solo II trimestre, in coerenza con le tensioni sui prezzi nei mercati europei e asiatici. Il prezzo dell’energia elettrica sulla borsa elettrica (53,8 €/MWh la media del semestre) è aumentato di circa il 5% nell’intero semestre (di quasi il 20% nel solo II trimestre), proseguendo nel trend di ripresa iniziato nella prima metà del 2017, rafforzato anche dal forte aumento dei prezzi dei permessi di emissione (European Union Allowance Units), giunti a oltre i 20 €/t ad agosto (contro i circa 5€/t della prima metà del 2017).
  • Le tensioni sui prezzi all’ingrosso ancora non si sono pienamente riversate sui prezzi al dettaglio. Nel confronto con il primo semestre del 2017 i prezzi medi semestrali del gas per le imprese sono stimati costanti o in marginale aumento per le fasce di consumo medio-piccole, come anche per i consumatori domestici, mentre sono in leggera riduzione per i consumatori medio-grandi (tra -1% e -3%). Nel caso dei prezzi dell’energia elettrica, i piccoli consumatori sia domestici sia non domestici hanno già visto un aumento di circa il 5% (sempre rispetto al primo semestre 2017), mentre i grandi consumatori industriali hanno beneficiato dei nuovi sgravi per gli energivori introdotti all’inizio del 2018. Anche per il gasolio si registra nel primo semestre dell’anno un aumento del prezzo medio di circa il 5% (rispetto allo stesso periodo del 2017).
  • Nonostante le tensioni sui prezzi, secondo le stime ENEA nel II trimestre 2018 i consumi di energia primaria si sono attestati a circa 38 Mtep, in crescita del 3% rispetto al II trimestre 2017, spinti dal PIL e dalla produzione industriale. Complessivamente nei primi sei mesi dell’anno si stima un aumento dei consumi di energia primaria del 3,2% in termini tendenziali, pari a 2,5 Mtep in più rispetto al I semestre 2017. Nella seconda metà dell’anno, il progressivo trasferimento dei rialzi dei prezzi all’ingrosso sui prezzi ai consumatori finali potrebbe avere effetti su un’economia che già presenta segni di rallentamento e quindi sulla domanda di energia.
  • In termini di fonti energetiche primarie è significativo l’aumento dei consumi di petrolio, pari all’ 8% in termini tendenziali; tale dato pare confermare l’inversione di tendenza registrata nei primi tre mesi dell’anno rispetto al trend di riduzione iniziato nel corso della prima metà del 2016; complessivamente nel I semestre 2018 i consumi di petrolio sono pertanto aumentati del 4,7% rispetto al I semestre 2017. In calo invece i consumi di gas naturale (-7% la variazione tendenziale nel II trimestre), con un’inversione del trend di crescita pressoché costante iniziato nel 2015; la riduzione è imputabile alla minore produzione termoelettrica, per l’aumento della produzione idroelettrica oltre che al ritorno alla normalità delle importazioni di energia elettrica dalla Francia. In riferimento all’intero semestre la riduzione è tuttavia molto più contenuta, appena 0,5 Mtep in meno rispetto al I semestre 2017 (-1,6%), per la importante richiesta di gas uso riscaldamento registrata nel corso dei primi tre mesi dell’anno.
  • In continuità rispetto ai primi tre mesi dell’anno, le fonti energetiche rinnovabili (FER) risultano in aumento di circa 1 Mtep rispetto al II trimestre 2017 (+15%), grazie soprattutto alla ripresa della generazione idroelettrica (+53% rispetto al II trimestre 2017, risultato il peggiore dal 2010). Nei primi sei mesi dell’anno le rinnovabili sono cresciute del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
  • In lieve calo la domanda elettrica, -0,3% rispetto al II trimestre 2017, primo calo dopo sei trimestri di crescita. Nell’intero primo semestre dell’anno in corso la domanda risulta tuttavia in aumento di oltre 1,2 TWh (+0,8%) rispetto allo stesso periodo 2017.
  • I consumi finali di energia crescono invece in misura decisamente più significativa (oltre tre punti percentuali su base semestrale), per cui risulta in calo il tasso di elettrificazione del sistema energetico italiano. La crescita dei consumi è infatti imputabile alla ripresa dei prodotti petroliferi nei trasporti (+2,2%), tornati a salire dopo il calo della seconda metà del 2017, e al settore industriale (+2,6%), dove il ricorso al gas continua ad aumentare ormai da due anni.
  • Un dato di rilievo è che nel primo semestre del 2018 la crescita dei consumi di energia è stata maggiore di quella prevedibile sulla base dell’andamento delle variabili guida, cioè crescita economica, produzione industriale, fattori climatici e prezzi dell’energia, la cui spinta è stimabile in un +2% circa. Questo dato confermerebbe un rallentamento del processo di disaccoppiamento fra energia ed economia che sembra caratterizzare tutti gli anni successivi alla fine della recessione. Nel 2017 un parziale segnale di disaccoppiamento era venuto dal settore dei trasporti, un dato tuttavia non confermato nella prima metà del 2018, con la significativa ripresa dei consumi di energia del settore.Complessivamente nei primi sei mesi dell’anno le emissioni di CO2 risultano in lieve calo rispetto al I semestre 2017 (-0,7%), a confermare la tendenza degli ultimi quattro anni a una sostanziale stazionarietà delle emissioni. Nel II trimestre 2018 le emissioni sono stimate invece in riduzione più significativa (-1,8% rispetto al corrispondente trimestre del 2017), grazie alle forti riduzioni del settore della generazione elettrica, effetto soprattutto della ripresa dell’idro, solo in parte compensate dalla ripresa delle emissioni nei settori finali, trasporti in particolare.
  • Le diverse questioni che riguardano il sistema energetico italiano sono sintetizzate dall’indice sintetico della transizione energetica ISPRED elaborato dall’ENEA, che nel II trimestre 2018 presenta un peggioramento del 9% rispetto allo stesso periodo del 2017, a causa del contemporaneo peggioramento di tutte e tre le componenti dell’indice. Si tratta del decimo peggioramento consecutivo dell’ISPRED su base tendenziale.
  • La componente dell’indice ISPRED relativa alla dimensione della decarbonizzazione risulta in peggioramento dell’11%. Il calo delle emissioni di CO2 nella prima metà dell’anno, per quanto modesto, nonostante la rilevante crescita dei consumi di energia, indica un significativo disaccoppiamento tra emissioni e consumi di energia (sebbene aiutato da fattori congiunturali, come il rimbalzo della produzione idroelettrica). D’altra parte, la sostanziale stazionarietà delle emissioni è però un trend sempre meno in linea con gli obiettivi di lungo periodo, che per di più potrebbero presto essere rivisti al rialzo. Inoltre, anche la prima metà del 2018 ha confermato la tendenza registrata negli ultimi tre anni riguardo all’evoluzione della produzione da fonti rinnovabili, con variazioni della potenza elettrica installata molto modeste e in calo rispetto al 2017. Si stima che a fine 2018, per il quarto anno consecutivo, la quota di FER sui consumi finali potrebbe perfino ridursi, continuando comunque ad oscillare intorno al 17,5% raggiunto nel 2015.
  • La componente dell’indice ISPRED relativa alla sicurezza energetica risulta in leggero peggioramento (-2%), a causa di un significativo peggioramento degli indicatori relativi al sistema petrolifero, non completamente compensati da marginali miglioramenti degli indici relativi ai settori del gas naturale e dell’energia elettrica. I miglioramenti di questi due settori sono riconducibili al superamento dei due eventi congiunturali (problemi del nucleare francese e ridotta idraulicità) che negli ultimi due anni hanno avuto effetti rilevanti sui sempre più interconnessi sistemi gas ed elettrico, inducendo una forte spinta alla domanda di gas nella termoelettrica. Nel sistema gas si segnala d’altra parte una riduzione della diversificazione delle importazioni, con la quota di gas russo che è tornata a rappresentare quasi il 50% del totale (e andando anche oltre il 50% nel III trimestre dell’anno). Nel sistema elettrico si sono invece ulteriormente ridotti i margini degli impianti a gas, scesi al di sotto dei 5 €/MWh, vicino ai minimi degli anni critici 2014-2015. Nel sistema petrolifero il peggioramento più marcato riguarda i margini della raffinazione, sui minimi degli ultimi 4 anni, che sono penalizzati dalla risalita del prezzo del petrolio, ma soffrono anche nel confronto con le altre aree geografiche, Nord America e Medio Oriente in particolare.
  • Infine, è in calo del 12% la componente dell’indice ISPRED relativa ai prezzi dell’energia. Anche nel II trimestre di quest’anno il prezzo del gasolio in Italia è infatti risultato il più elevato dell’Unione Europea, anche al netto delle imposte, mentre stime preliminari sui prezzi del gas indicano un possibile peggioramento della situazione di prezzi italiani rispetto a quelli degli altri principali Paesi europei.
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