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Analisi trimestrale del sistema energetico italiano I trimestre 2019

La copertina riporta la cartina dell'Italia in evidenza rispetto alla mappa dell'europa

SINTESI DEI CONTENUTI

  • Secondo le stime ENEA nel corso del I trimestre 2019 i consumi di energia primaria si sono attestati a circa 45,5 Mtep, in calo del 3% rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente (circa 1,5 Mtep in meno). Sulla base di dati parziali una stima preliminare per i primi sei mesi del 2019 indica una riduzione dei consumi di energia di circa l’ 1,5% rispetto al I semestre dello scorso anno, dunque con un trend in attenuazione rispetto al primo trimestre.
  • In termini di fonti energetiche primarie, a fronte della riduzione tendenziale di quasi 1 Mtep di fonti fossili e 0,7 Mtep di minori importazioni di elettricità (-23%), nel I trimestre del 2019 risultano in aumento le fonti energetiche rinnovabili (FER). In continuità con quanto rilevato nel corso del 2018 (+8% rispetto al 2017), le FER sono risultate in aumento di circa 0,3 Mtep rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente (+5%). Diversamente dal 2018, quando l’ aumento era dovuto alla ripresa della produzione idroelettrica dai livelli minimi del 2017, il risultato dei primi mesi del 2019 è da ricercare nell’ incremento della generazione solare ed eolica (complessivamente +24% rispetto ai primi tre mesi del 2018), tuttavia in buona parte compensato dalla minore produzione idroelettrica (-12% la variazione tendenziale) per la siccità dei primi mesi dell’ anno in corso.
  • Nel trimestre la quota di generazione elettrica da fonti rinnovabili non programmabili (eolico e solare) ha raggiunto il valore più alto mai registrato per il primo trimestre dell’ anno (15,2% della richiesta), restando solo poco al di sotto del massimo assoluto registrato nel II trimestre 2016.
  • Riguarda al gas naturale (-1,5% in termini tendenziali), la forte riduzione del fabbisogno per usi riscaldamento (-0,9 Mtep, oltre il 5% in meno) è stata solo in parte compensata dal maggiore ricorso al gas nella termoelettrica (+10%), favorito dalla scarsa idraulicità e dalle minori importazioni che hanno caratterizzato il trimestre in esame. In calo anche i consumi di petrolio, tornati a scendere di circa l’ 1,7% dopo l’ incremento del 2018, spinti dai cali della petrolchimica e dell’ olio combustibile, ed i consumi di combustibili solidi (oltre il 15% in meno).
  • Nel corso del I trimestre 2019 i consumi di elettricità sono stati pari a 80 TWh, in calo dell’ 1% in termini tendenziali. Su tale risultato hanno inciso il calendario (due giornate lavorative in meno), il risultato dell’ attività economica e in particolare del comparto industriale e dei servizi, e la temperatura. Dopo la crescita del 2017 (+2% la variazione annua tendenziale), la domanda di elettricità aveva già rallentato nel 2018 (+0,4%): i primi mesi del 2019 sembrano accentuare tale rallentamento, passando a variazioni tendenziali negative.
  • Nel trimestre in esame sono in riduzione anche i consumi di energia nei settori di impiego finale, di circa 1 Mtep (-3% rispetto allo stesso periodo di un anno fa). La riduzione più significativa ha riguardato i consumi di gas per il riscaldamento, solo lieve invece il calo di prodotti petroliferi nei trasporti, nei quali le minori vendite di carburanti per autotrazione sono stati in buona parte compensati dall’ aumento dei consumi per aviazione, in costante aumento.
  • La riduzione dei consumi di energia nei primi tre mesi 2019 è in linea con quella prevedibile sulla base dell’ andamento delle variabili guida, sintetizzate nel Superindice ENEA, che hanno fornito un impulso alla riduzione dei consumi, proveniente in primis da fattori di natura climatica: le temperature mediamente più miti rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente hanno infatti contributo in maniera decisiva alla minore domanda di energia per la climatizzazione invernale. Modesti impulsi alla riduzione dei consumi sono venuti anche dalla produzione industriale e dall’ aumento dei prezzi dell’ energia per i consumatori domestici. Per il momento questo calo dei consumi non sembra dunque un segnale di una possibile ripresa del disaccoppiamento tra consumi energetici e variabili guida (economia in primis).
  • La questione della difficoltà del disaccoppiamento tra economia e consumi di energia è discussa in un Focus che evidenzia come nella transizione energetica italiana descritta dal recente Piano energia clima italiano abbia un ruolo fondamentale una forte riduzione dell’ intensità energetica, in marcata rottura con i dati storici. Inoltre, un confronto con i principali Paesi europei mostra come il sistema energetico italiano non sembra caratterizzato da deficit di efficienza tali da far confidare nell’ esistenza di ampi spazi di miglioramento legato al semplice allineamento ai sistemi più avanzati.
  • Nei primi tre mesi dell’ anno in corso le emissioni di CO2 sono stimate in calo del 3% in termini tendenziali, in continuità quindi con quanto osservato nel corso del 2018 (-2% rispetto al 2017), dopo la tendenza degli ultimi anni a una sostanziale stazionarietà. Circa 2/3 della riduzione delle emissioni del I trimestre è stata realizzata nei settori non ETS (-3% la variazione tendenziale) per i minori consumi nel settore civile (climatizzazione invernale). In calo anche le emissioni di CO2 nei settori ETS (-3% rispetto al I trimestre 2018) in linea con il trend di contrazione dello scorso anno. La riduzione tendenziale delle emissioni di CO2 stimata per il I trimestre 2019 sembra tuttavia in attenuazione nel corso dei successivi mesi dell’ anno: secondo stime preliminari ENEA basate su dati parziali i livelli di emissioni di CO2 del I semestre dell’ anno risulterebbero poco al di sotto dei livelli dello stesso periodo del 2018.
  • L’ indice sintetico della transizione energetica ISPRED elaborato dall’ ENEA è tornato ad aumentare negli ultimi due trimestri dopo una lunga fase di cali: nel I trimestre 2019 presenta infatti una crescita tendenziale del 7%, spinto da un +13% della componente prezzi, a sua volta guidata dal miglioramento tendenziale della situazione dei prezzi alle imprese. In marginale miglioramento risultano gli indicatori relativi alla dimensione della decarbonizzazione: i pur modesti segnali di ripresa del percorso di riduzione dei consumi di energia ed emissioni hanno arrestato la tendenza pluriennale al peggioramento su questo fronte, sebbene la distanza fra le emissioni stimate a inizio 2019 e quelle corrispondenti alla traiettoria coerente con gli obiettivi 2030 resti vicina ai massimi dell’ ultimo decennio. Lato sicurezza energetica, si segnalano variazioni più ridotte, ma con segnali di potenziali crescenti criticità legate alla citata forte crescita delle fonti intermittenti nel sistema elettrico.
  • Un fattore che ha inciso in maniere significativa sull’ evoluzione del sistema energetico nazionale nella prima parte del 2019 è stato l’ accentuazione del trend ribassista del prezzo del gas naturale sui mercati all’ ingrosso: il prezzo al PSV italiano si è ridotto del 20% nel I trimestre (rispetto al precedente) e si stima un ulteriore 20% nel II trimestre, fino a valori ben al di sotto di un anno prima, per cui risultano completamente riassorbiti gli aumenti registrati per gran parte del 2018. I prezzi ai consumatori finali hanno via via beneficiato del calo del prezzo del gas, iniziato nell’ ultimo trimestre del 2018. In particolare, i prezzi dell’ elettricità per le imprese, al netto delle imposte non recuperabili, hanno avuto una prima diminuzione congiunturale significativa (tra il 3% e il 5% nelle diverse classi) nel periodo gennaio-marzo, una seconda ancora più marcata nel trimestre aprile-giugno (nell’ ordine dell’ 11%-15% a seconda delle fasce), che ha riportato i prezzi al di sotto dei valori di inizio 2018, valori per di più relativamente bassi in un’ ottica pluriennale, soprattutto per i consumatori energivori.
  • Secondo gli ultimi dati Eurostat i prezzi italiani dell’ elettricità alle imprese restano ancora i più alti tra quelli dei principali Paesi UE, con l’ eccezione della classe di consumi più elevata (nella fascia medio-bassa si stima un maggior costo annuo di quasi 70.000 € rispetto a un’ equivalente impresa spagnola, di 40.000 € rispetto a una francese), ma per i prezzi alle imprese il quadro risulta decisamente migliorato negli ultimi anni: per la fascia di consumi minori negli ultimi cinque anni il differenziale si è dimezzato.
  • È invece molto diverso il trend dei prezzi dell’ elettricità per i consumatori domestici, che pur anch’ essi in forte calo congiunturale nel II trimestre 2019 restano comunque su valori maggiori rispetto a un anno prima. Inoltre, in un’ ottica di più lungo periodo negli ultimi anni il prezzo per il consumatore italiano è aumentato più che nella media UE, penalizzato dalla crescita della spesa per oneri di sistema.
  • Più lento è stato l’ assestamento dei prezzi al consumo del gas naturale, che dopo un altro modesto aumento congiunturale nel I trimestre dell’ anno, hanno subito una forte contrazione nel II trimestre, restando tuttavia ancora al di sopra dei valori della prima metà del 2018.
  • Infine, i prezzi al consumo del gasolio nel corso dei primi tre mesi del 2019 sono risultati mediamente in calo rispetto a quanto rilevato nel IV trimestre del 2018 (-4,5% la variazione congiunturale), anche se rimangono ancora su livelli più elevati rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente (+2,3% la variazione tendenziale), per effetto del costante aumento riscontrato nel corso di tutto il 2018 (+8% sul 2017).
  • Questo numero dell’ Analisi trimestrale contiene una stima ENEA degli investimenti del settore energetico italiano, che mostra come nel quinquennio 2014-2018 tali investimenti siano cresciuti ad un tasso medio annuo del 3,6%, con una crescita particolarmente marcata degli investimenti in efficienza energetica nelle reti elettriche (+19% nel 2018 rispetto al 2017). L’ attuale ritmo di crescita degli investimenti potrebbe però non essere sufficiente a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di sicurezza energetica.
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