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Analisi trimestrale del sistema energetico italiano I trimestre 2022

Cartina dell'Italia con la rete energetica

SINTESI DEI CONTENUTI

Nella prima parte del 2022 le tensioni sui mercati dell’energia, che già nell’ultimo trimestre del 2021 avevano portato ad aumenti senza precedenti dei prezzi sui mercati all’ingrosso del gas e dell’elettricità, sono state ulteriormente rafforzate dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni imposte dai paesi occidentali alla Russia. I prezzi del gas, che a metà febbraio erano scesi del 40% rispetto alla media di dicembre, sono stati sospinti a nuovi massimi storici a marzo, tanto che nella media del I trimestre risultano in ulteriore aumento congiunturale del 4% (il TTF, a 98 €/MWh; +430% rispetto al I trimestre 2021). Nel contempo si è riavvicinato ai massimi storici anche il petrolio, che a marzo è tornato a superare i 100 $/bl su base mensile (100 $/bl la media del Brent nel I trimestre, +65% sul I trimestre 2021 e massimo dal 2014), e nuovi record ha raggiunto anche il carbone, così da determinare una crisi dei prezzi dell’energia senza precedenti per intensità e ampiezza. La crisi ha già avuto un impatto molto forte sul tasso di inflazione, a maggio salito nell’eurozona al di sopra dell’8%, e più in generale sull’attività economica, tanto che le previsioni di crescita per il 2022 sono state riviste pesantemente al ribasso. Inevitabilmente, anche la dinamica della domanda di energia ha già subito una brusca frenata: per l’Eurozona si stima nel I trimestre un aumento di poco più dell’1% rispetto a un anno prima, a fronte del +5,7% registrato nel IV trimestre 2021. Ciononostante, i prezzi record del gas e poi la rinnovata priorità assunta dalla sicurezza energetica hanno portato a una forte ripresa dei consumi di carbone nella generazione elettrica, con conseguente aumento delle emissioni di CO2, stimate a +5,4% nel I trimestre nell’Eurozona (dopo il +4% complessivo dell’anno passato; +8% nel IV trimestre).

Ancora in aumento i consumi di energia primaria in Italia nei primi tre mesi 2022, oltre il +2%

  • Dopo le quattro variazioni tendenziali positive del 2021, anche nel I trimestre 2022 i consumi di energia primaria sono stimati in aumento di oltre il 2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche se restano ancora inferiori di oltre 1 Mtep rispetto al livello del I trimestre 2019 (-3%).
  • Il proseguire della ripresa dei volumi di traffico (per passeggeri e merci su strada tornati ormai ai livelli pre-pandemia, a differenza del traffico aereo, ancora inferiore del 30%) porta a stimare una crescita dei consumi di energia ben superiore al 2% anche nel secondo trimestre, per cui anche per l’insieme del I semestre 2022 si stima una crescita superiore al 2% sullo stesso periodo 2021. Nell’ipotesi di variazione tendenziale nulla nella seconda metà dell’anno il fabbisogno di energia del 2020 risulterebbe in aumento di oltre l’1% rispetto al 2021, e si collocherebbe su un valore solo di poco inferiore a quello pre-covid del 2019.
  • Come già nel 2021, anche nel I trimestre 2022 la crescita dei consumi energetici italiani è maggiore di quella che si stima per l’insieme dell’Eurozona, dove è di poco superiore all’1%.
  • Come nel 2021 buona parte della ripresa dei consumi di inizio 2022 è da ricercare nel petrolio, ancora in netto aumento (+1,6 Mtep tendenziale, +14%), sebbene resti ancora su livelli inferiori a quelli pre-covid (-5%). Modesto invece il contributo del gas naturale, in aumento di appena 0,2 Mtep (+1% tendenziale), perché alla crescita nella termoelettrica (+0,6 Mtep) si sono contrapposti i cali negli usi diretti (-8% nell’industria, -2% nel civile). Sono in forte aumento i combustibili solidi (+25% tendenziale), tornati quasi ai livelli pre-covid grazie alla forte domanda nella termoelettrica (la produzione ENEL ha superato i 4 TWh, circa il doppio rispetto allo stesso periodo 2021). Si sono invece contratte le rinnovabili, (-0,7 Mtep, -10% tendenziale), perché nonostante il risultato positivo di solare ed eolico (+11% tendenziale) la produzione idroelettrica si è fermata ad appena 5,8 TWh, quasi la metà dei 10 TWh del I trimestre 2021. In netto calo anche le importazioni nette di elettricità (-20%).
  • L’andamento dei consumi di energia nei primi tre mesi del 2022 si conferma complessivamente coerente con l’andamento dei principali driver della domanda, sintetizzati nell’Indice ENEA delle variabili guida. I consumi di energia sono comunque cresciuti meno del PIL (+5,8% rispetto I trimestre 2021), per effetto del freno alla domanda venuto dal rallentamento della produzione industriale, dall’inverno mite e dai prezzi record dell’energia.
  • Anche i consumi finali di energia nel I trimestre 2022 sono stimati in ripresa tendenziale di oltre il 2%, principalmente per i prodotti petroliferi nei trasporti (dove i consumi sono in aumento di quasi il 20% tendenziale). Per il trasporto stradale i consumi nell’anno scorrevole sono stimati ormai sui livelli del 2019 (in linea con la ripresa del traffico veicolare), mentre nel caso del carboturbo per aviazione restano inferiori di circa il 40%. Con l’aumento del I trimestre (+2,6% tendenziale) sono saliti al di sopra dei livelli pre-covid anche i consumi elettrici, che nell’insieme degli ultimi dodici mesi sono risultati maggiori di quelli del 2019.

Emissioni di CO2 in aumento di oltre l’8% sul I trimestre 2021, spinte dalla termoelettrica

  • Secondo le stime ENEA le emissioni di CO2 del sistema energetico nazionale nel I trimestre 2022 sono aumentate di oltre l’8% rispetto a un anno prima. Si tratta di una variazione più che tripla di quella della domanda di energia primaria, dovuta all’aumento del consumo di fonti fossili (+6,7%), per di più concentrato su carbone e petrolio, più carbon intensive del gas naturale.
  • La ripresa delle emissioni è riconducibile per circa il 40% ai settori non-ETS (trasporti e civile), per i quali si stima un aumento della CO2 di circa il 5% tendenziale, principalmente per la ripresa dei consumi di petrolio nei trasporti; si tratta di una variazione positiva ancora rilevante ma in attenuazione rispetto alla dinamica registrata nel 2021 (+11% sul 2020).
  • In controtendenza con il trend degli ultimi anni, nel trimestre hanno invece avuto un balzo le emissioni dei settori ETS (+15%), quelle della generazione elettrica in particolare, per la quale si stima un incremento tendenziale delle emissioni di oltre il 25%, la variazione tendenziale più marcata dell’ultimo ventennio. Con la ripresa del carbone nella termoelettrica l’intensità carbonica dell’elettricità prodotta – misurata in gr.CO2/kWh - è aumentata del 18% rispetto a un anno prima ed è stata superiore del 45% rispetto al minimo di metà 2020.
  • Anche nel caso delle emissioni l’aumento registrato in Italia nel I trimestre 2022 è maggiore di quello dell’insieme dell’Eurozona, dove pure è in forte crescita il carbone, per la quale si stima un aumento di poco superiore al 5%.

Forte calo dell’indice ISPRED (-29% sul trimestre precedente), ai nuovi minimi della serie storica, penalizzato dal balzo delle emissioni e dai record dei prezzi dell’energia

  • La combinazione dei forti incrementi delle emissioni dell’ultimo anno (per di più in un contesto di obiettivi climatici sempre più ambiziosi) e di prezzi record di tutte le fonti di energia, ha determinato una nuova netta contrazione dell’indice della transizione energetica ISPRED (Indice Sicurezza Prezzi energia Decarbonizzazione), che nel trimestre si è ridotto del 29% ed è arrivato a collocarsi sul minimo assoluto della serie storica (poco al di sopra del valore di 0,2; N.B.: l’indice può variare tra 0 e 1).
  • Tutti gli indicatori relativi alla decarbonizzazione sono sui valori minimi della serie storica. In particolare, per raggiungere il livello di emissioni coerente con gli obiettivi europei fissati nel pacchetto Fit for 55 (peraltro già in via di superamento) sarà necessario tagliare le emissioni previste per fine 2022 di ben oltre 100 milioni di tonnellate nei prossimi otto anni.
  • Quanto ai prezzi dell’energia, i prezzi di elettricità e gas per pressoché tutte le fasce di consumo, sia per le famiglie sia per le imprese sono sui massimi storici. Nel caso dell’elettricità il prezzo medio di borsa del I trimestre 2022 ha superato i 250 €/MWh (+3% rispetto al precedente massimo storico del trimestre precedente e oltre quattro volte un anno fa), e nonostante la leggera contrazione del II trimestre la media del I semestre resterà ampiamente al di sopra dei 200 €/MWh, il doppio della media dell’intero 2021, che pure aveva visto il PUN triplicare rispetto al 2020. E’ inoltre tornato a salire il differenziale tra il prezzo italiano e quello delle altre principali borse europee: rispetto alla borsa tedesca la differenza assoluta non era mai stata tanto elevata (quasi 70 €/MWh), mentre la differenza percentuale si avvicina al 40%, quasi il doppio di un anno fa.
  • Gli interventi governativi hanno moderato la traslazione degli aumenti dei prezzi all’ingrosso sui consumatori, ma nel I trimestre dell’anno anche questi hanno comunque raggiunto nuovi record storici, con aumenti sul trimestre precedente del 55% per i domestici e di circa il 40% per le imprese. Nell’insieme della prima metà dell’anno si stima che queste ultime paghino un prezzo almeno doppio rispetto a dodici mesi prima. In più, i più recenti dati Eurostat evidenziano come il prezzo dell’elettricità pagato dall’impresa rappresentativa si collocasse già nel II semestre 2021 sui massimi dell’Europa occidentale, e i dati dei primi mesi del 2022 indicano che in Italia gli aumenti sono stati maggiori di quelli registrati negli altri principali paesi europei.
  • Anche nel caso del gas naturale i prezzi al consumo si sono attestati nel I trimestre su nuovi massimi storici: il prezzo per il consumatore tipo ha raggiunto i 137 c€/mc, un valore quasi doppio rispetto a un anno prima, e nonostante il leggero calo nel II trimestre (e gli interventi governativi) il prezzo della prima metà dell’anno risulterà maggiore di oltre il 60% rispetto al massimo precedente (della prima metà del 2019). Nel caso delle imprese i dati Eurostat segnalano come per quasi tutte le fasce di consumo il differenziale del prezzo italiano rispetto alla media UE fosse nel II semestre 2021 ancora negativo, ma nella prima metà del 2022 l’aumento del prezzo in Italia (quasi triplicato per l’impresa tipo) è stimato maggiore di quello degli altri principali paesi UE, con conseguente contrazione di questo vantaggio competitivo italiano.
  • Infine, lato sicurezza energetica si segnala il forte miglioramento degli indicatori relativi alla raffinazione, anche se il balzo dei margini di raffinazione va considerato una conseguenza dell’anomala situazione di tensione del mercato dei prodotti. Quanto al gas naturale, la scelta dei governi europei di affrancarsi rapidamente dal gas russo ha già avuto un impatto di rilievo sulle fonti di approvvigionamento italiane: nella media dei primi cinque mesi dell’anno il gas russo si è ridotto del 41% ed è sceso al di sotto del 25% dell’import totale (era al 40% negli stessi mesi del 2021), superato dal gas algerino (31%), con punte al di sotto del 20% in aprile e maggio, superato anche dal GNL. La crescita di quest’ultimo è stata d’altra parte resa possibile dai prezzi europei stabilmente maggiori di quelli asiatici. Volumi così contenuti delle importazioni di gas russo potrebbero però non essere coerenti con l’obiettivo di raggiungere il 90% di riempimento degli stoccaggi entro fine ottobre, per cui almeno nel breve periodo potrebbe risultare necessaria una qualche ripresa dell’import dalla Russia.
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