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Analisi Trimestrale del Sistema Energetico Italiano - I Semestre Anno 2025

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SINTESI DEI CONTENUTI
Il quadro macroeconomico europeo resta condizionato da incertezza, debolezza della produzione industriale, prezzi dell’energia su livelli elevati.
Nel primo semestre 2025 i consumi energetici dell’area euro sono rimasti stazionari. Sono aumentati i consumi di gas naturale (+5%) mentre si sono contratti i prodotti petroliferi (-3%) e le fonti rinnovabili (-3%). Continua il trend di ripresa della produzione da nucleare (+2%) dai minimi del 2023.
Anche le emissioni di CO₂ sono stimate stazionarie, in contrasto con la traiettoria necessaria per il target 2030, che richiede un calo annuo del 7%.
In Italia i consumi di energia primaria - stimati secondo la metodologia Eurostat - sono in aumento marginale, in coerenza con la dinamica dei principali driver della domanda. Sono aumentati i consumi di gas naturale (+6%), sostenuti dalla maggiore domanda della termoelettrica (+19%) e dal clima più rigido del primo trimestre. In flessione invece i consumi di petrolio e prodotti petroliferi (-2%). In calo anche le fonti rinnovabili (-3%), penalizzate dal calo della produzione idroelettrica (-20%) e dalla flessione dell’eolico, mentre è proseguito l’aumento del solare (+20%). In termini di settori i consumi si sono contratti nei trasporti (-1%), sono aumentati nel civile (+3%), per la domanda di gas per riscaldamento e la domanda elettrica del terziario. Il modesto aumento della domanda elettrica (+0,3%) conferma la stazionarietà del grado di elettrificazione dei consumi. L’aumento delle fonti fossili (+1,5% nel semestre) si è riflesso nella dinamica delle emissioni di CO₂ (+1,3%), che sono rimaste sul trend di ripresa iniziato nell’ultimo trimestre 2024. Dopo due anni e mezzo di cali consecutivi sono tornate ad aumentare anche le emissioni calcolate sull’anno scorrevole (+1,2%).
Anche nel primo semestre 2025 la dinamica della transizione energetica italiana si conferma sul trend negativo del 2024: a metà anno l’indice ENEA ISPRED (Indice Sicurezza energetica, Prezzi energia, Decarbonizzazione) risulta in calo di oltre il 20% rispetto a un anno prima ed è al minimo della serie storica.
La dimensione più problematica si conferma la decarbonizzazione: nei prossimi cinque anni il tasso medio annuo di riduzione delle emissioni di CO2 dovrebbe attestarsi a circa il 6%, più del doppio del calo medio annuo registrato nell’ultimo quinquennio.
Lato prezzi dell’energia e competitività si è consolidato l’allargamento dello spread tra il prezzo dell’elettricità sulla Borsa italiana (120 €/MWh la media semestrale) e quello dei principali mercati europei (91 €/MWh in Germania, 62 €/MWh in Spagna, 67 €/MWh in Francia). E la produzione industriale dei settori energy intensive resta inferiore di oltre il 10% rispetto a quello dell’intera industria manufatturiera, che pure è sui minimi di lunghissimo periodo.
Lato sicurezza energetica, nonostante la ripresa dei consumi il margine di adeguatezza del sistema gas è rimasto su livelli decisamente maggiori rispetto ai livelli critici raggiunti più volte nell’ultimo decennio, perché la punta di domanda giornaliera è rimasta su livelli ancora decisamente inferiori ai massimi dell’ultimo decennio. Dal lato dell’offerta si segnala l’entrata in funzione del rigassificatore di Ravenna, che negli ultimi due mesi del semestre ha portato le importazioni di GNL a superare il gas algerino come prima fonte di approvvigionamento italiana (al 35% del totale). Nel sistema elettrico la nuova forte crescita della produzione fotovoltaica ha portato in tutti i principali paesi europei a nuovi record di ore con prezzi zero o negativi (al 12% delle ore in Germania nel I semestre) e a forti incrementi della volatilità giornaliera. Anche sul mercato italiano si registra un aumento di prezzi zero e volatilità, ma in misura radicalmente inferiore (0,5% delle ore nella zona Sud), a conferma del persistente ruolo del gas nella fissazione dei prezzi sul mercato all’ingrosso.